giovedì 19 aprile 2012

Saint Seiya - Episode 3




Terzo appuntamento con le avventure di Kouga alle prese con la nuova scuola, i nuovi compagni e qualche vecchia conoscenza… E no, non sto parlando di Voldemort...












La settimana scorsa, avevamo lasciato Kouga e Lionet Souma in prossimità della Palaestra, la scuola per Saint. Qui, supervisionato da un Geki dell’Orsa per nulla invecchiato e dopo un breve scontro che gli garantirà l’accesso all’istituto, il nuovo Cavaliere di Pegasus incontrerà un altro Bronze Saint destinato a entrare nel cast fisso di questa nuova generazione: Yuna della costellazione dell’Aquila. Trattandosi di una donna, i veterani dell’anime conoscono già la condizione di subalternità che il gentil sesso riveste nel mondo dei cavalieri: per poter combattere infatti, una donna deve dimenticare di essere tale, consacrandosi anima e corpo alla difesa di Atena e per questo indossare una maschera, che ne celi il sesso, diventa non solo un obbligo ma un vero e proprio dovere morale verso la dea e verso i propri compagni. Le sacerdotesse guerriero, il cui viso è stato rivelato, hanno soltanto due alternative: uccidere l’incauto spettatore o amarlo. Il tabù della maschera precedentemente ci ha regalato momenti intensi e dolorosi: come non partecipare al dramma interiore di donne che hanno giurato di difendere la giustizia ma che sono costrette a dimenticare la loro persona, arrivando a fare di tutto pur di ignorare i propri sentimenti? Per questo motivo, la scelta finale di Yuna di “seguire il proprio cuore” e infrangere il tabù della maschera, appare coerente da un lato ma allo stesso tempo lascia l’amaro in bocca. È vero, ci troviamo di fronte a una nuova generazione, ma il dramma del Saint dell’Aquila appare risolto in maniera sbrigativa e per nulla soddisfacente. Lo stesso fatto che poi il suo gesto venga accolto con indifferenza o solo in parte, con una certa sorpresa dagli altri studenti di entrambi i sessi, non fa che alleggerire e svilire questa scelta, che nella precedente serie sarebbe stata epocale. 



 Altra nota stonata è la già citata scuola per Saint che rispetta in maniera imbarazzante (gli apprendisti Saint si assentano per le vacanze estive…) i canoni a cui ci ha abituato un certo tipo di letteratura fantastica. Menzione a parte merita il combattimento finale fra Yuna e uno dei suoi detrattori: i due guerrieri si battono (seppur brevemente) tornando al caro e vecchio scontro fisico, offrendoci diversi spunti interessanti e risparmiandoci almeno inizialmente la storia degli attacchi elementali. Purtroppo però, i colpi segreti continuano a venire rappresentati in maniera mediocre, togliendo così gran parte del fascino che caratterizzò l’epopea di Saint Seiya. 



Trovandoci ancora al terzo episodio, e dovendo presentare un nutrito numero di personaggi che affiancheranno Kouga nelle sue avventure, è chiaro che la serie è ancora in fase di rodaggio e quindi sarebbe ingiusto giudicarla troppo severamente. Il target a cui l’anime è rivolto appartiene a una fascia di età piuttosto giovane ma obiettivamente sono pochi gli elementi che possono spingere lo spettatore a seguire questa serie. I nostalgici vedranno con incredulità, divertimento o semplice curiosità la nuova incarnazione dei loro beniamini ma dubito che altre tipologie di spettatori saranno disposte ad aspettare l’evolversi degli eventi. L’appassionato di shonen è abituato ormai a serie di ben altro calibro, con un miglior character design, migliori scene di combattimento e una storia meglio sviluppata. Vedremo come il prossimo episodio saprà gestire un altro degli eventi storici della precedente serie: Kouga incontrerà infatti il nuovo Saint del Dragone…







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