Terzo
appuntamento con le avventure di Kouga alle prese con la nuova scuola, i nuovi
compagni e qualche vecchia conoscenza… E no, non sto parlando di Voldemort...
La
settimana scorsa, avevamo lasciato Kouga e Lionet Souma in prossimità della
Palaestra, la scuola per Saint. Qui, supervisionato da un Geki dell’Orsa per
nulla invecchiato e dopo un breve scontro che gli garantirà l’accesso all’istituto,
il nuovo Cavaliere di Pegasus incontrerà un altro Bronze Saint destinato a
entrare nel cast fisso di questa nuova generazione: Yuna della costellazione
dell’Aquila. Trattandosi di una donna, i veterani dell’anime conoscono già la
condizione di subalternità che il gentil sesso riveste nel mondo dei cavalieri:
per poter combattere infatti, una donna deve dimenticare di essere tale, consacrandosi anima e corpo alla difesa
di Atena e per questo indossare una maschera, che ne celi il sesso, diventa non
solo un obbligo ma un vero e proprio dovere morale verso la dea e verso i
propri compagni. Le sacerdotesse guerriero, il cui viso è stato rivelato, hanno
soltanto due alternative: uccidere l’incauto spettatore o amarlo. Il tabù della
maschera precedentemente ci ha regalato momenti intensi e dolorosi: come non
partecipare al dramma interiore di donne che hanno giurato di difendere la
giustizia ma che sono costrette a dimenticare la loro persona, arrivando a fare
di tutto pur di ignorare i propri sentimenti? Per questo motivo, la scelta
finale di Yuna di “seguire il proprio cuore” e infrangere il tabù della
maschera, appare coerente da un lato ma allo stesso tempo lascia l’amaro in
bocca. È vero, ci troviamo di fronte a una nuova generazione, ma il dramma del Saint
dell’Aquila appare risolto in maniera sbrigativa e per nulla soddisfacente. Lo
stesso fatto che poi il suo gesto venga accolto con indifferenza o solo in
parte, con una certa sorpresa dagli altri studenti di entrambi i sessi, non fa
che alleggerire e svilire questa scelta, che nella precedente serie sarebbe
stata epocale.
Altra nota stonata è la già citata scuola per Saint che rispetta
in maniera imbarazzante (gli apprendisti Saint si assentano per le vacanze
estive…) i canoni a cui ci ha abituato un certo tipo di letteratura fantastica. Menzione a parte merita il combattimento finale fra Yuna e uno dei suoi detrattori:
i due guerrieri si battono (seppur brevemente) tornando al caro e vecchio
scontro fisico, offrendoci diversi spunti interessanti e risparmiandoci almeno inizialmente
la storia degli attacchi elementali. Purtroppo però, i colpi segreti continuano
a venire rappresentati in maniera mediocre, togliendo così gran parte del
fascino che caratterizzò l’epopea di Saint Seiya.
Trovandoci
ancora al terzo episodio, e dovendo presentare un nutrito numero di personaggi
che affiancheranno Kouga nelle sue avventure, è chiaro che la serie è ancora in
fase di rodaggio e quindi sarebbe ingiusto giudicarla troppo severamente. Il
target a cui l’anime è rivolto appartiene a una fascia di età piuttosto giovane
ma obiettivamente sono pochi gli elementi che possono spingere lo spettatore a
seguire questa serie. I nostalgici vedranno con incredulità, divertimento o
semplice curiosità la nuova incarnazione dei loro beniamini ma dubito che altre
tipologie di spettatori saranno disposte ad aspettare l’evolversi degli eventi.
L’appassionato di shonen è abituato ormai a serie di ben altro calibro, con un
miglior character design, migliori scene di combattimento e una storia meglio
sviluppata. Vedremo come il prossimo episodio saprà gestire un altro degli
eventi storici della precedente serie: Kouga incontrerà infatti il nuovo Saint
del Dragone…
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