domenica 15 aprile 2012

Fate/Zero 15



Finalmente il lunghissimo combattimento fra Caster e gli altri Servants, guidati da Saber, giunge alla sua naturale conclusione. Quale sarà il risultato di questa battaglia? E quale, il suo prezzo?








In questo nuovo episodio di Fate/Zero assistiamo alla conclusione di ben tre scontri: Tokiomi contro Kariya, Berserk contro Archer e last but not least, Cthulhu VS Il Resto del Mondo… ops, la creatura creata dal Noble Phantasm di Caster contro gli sforzi combinati di Saber, Lancer e Rider. Ma procediamo con ordine. L’unica possibilità di sconfiggere il gigantesco mostro è rappresentata dalla Excalibur di Saber, ma la maledizione del Gae Buidhe, sigillando il braccio sinistro del King of Knights, rende impraticabile il suo utilizzo. Eppure, a sorpresa, Lancer decide di rompere la sua lancia dorata e liberare così Saber dal suo stesso maleficio: con notevole altruismo (specie se rapportato all’indifferenza mostrata da Gilgamesh nel precedente episodio), il primo fra i cavalieri di Fianna non esita a sacrificare il suo Noble Phantasm, rinunciando così a una vittoria quasi certa sul Servant nemico, per permettere alla rivale di utilizzare la spada che ha reso immortale il mito di Artù. Caster è un malvagio e a dover trionfare non è il singolo Servant, bensì il codice d’onore proprio dei cavalieri a cui Arturia e Diarmuid Ua Duibhne tanto hanno sacrificato durante i loro giorni mortali. 






Nei cieli intanto continua il duello fra Berserk, che ha trasformato un aereo militare nel suo Noble Phantasm, e Archer a bordo della sua Vimana. Al contrario del precedente episodio, lo scontro è parso a tratti un po’ forzato e poco emozionante, complice la poca espressività dei due contendenti. Anche il finale è risultato decisamente sottotono con il velivolo dorato di Gilgamesh abbattuto, a sorpresa, dalle bombe incendiarie dell’F15 del Servant di Kariya. Questa impressione è forse causata in parte dal troppo utilizzo della CG ma è da notare come anche la regia di queste scene non sia apparsa all’altezza, lasciando lo spettatore decisamente insoddisfatto e relegando nel dimenticatoio uno scontro potenzialmente epico.



Prevedibile invece il finale del duello fra Tokiomi e Kariya. Gli insetti del giovane Matou non possono nulla contro la magia del fuoco e la superiorità dimostrata dal capo della famiglia Tohsaka. Ciò che risulta sorprendete però è l’intervento di Kotomine Kirei. L’ecclesiastico non solo ha assistito nell’ombra allo scontro senza mai intervenire ma alla fine, Kotomine decide di soccorrere la nemesi del suo maestro. Ricordando il dialogo avuto con Gilgamesh in precedenza, non si può certo affermare che Kirei salvi il nemico per bontà d’animo. Anzi, il sorriso che rivolge a se stesso procura una forte sensazione di disagio nello spettatore perché è segno inequivocabile che il prete si sta incamminando verso quel percorso oscuro che tanto dolore arrecherà ai personaggi della serie.




Libera dalla maledizione, è il momento per Saber di usare tutto il suo potere per evocare Excalibur. Il colossale lampo di luce distrugge in un solo colpo il mostro e con lui Caster che si trova all’interno. Nonostante la malvagità dimostrata, lo spettatore non può che provare un pizzico di tristezza per la sorte dello spietato assassino: nei suoi ultimi momenti, Gilles de Rais ricorda la sua amata Jean, come illuminato dal vero amore che nutre per lei, sembra rinsavire dalla sua follia pentendosi per tutto il male che ha causato. Il dialogo fra Rider e Archer suggella il finale di questa puntata. Excalibur è un potere enorme, il simbolo di un’intera generazione di cavalieri e dei loro sacrifici per un ideale, che però tanto dolore ha causato ad Arturia nel corso di una vita fatta di sogni infranti. I due Servant guardano però lo stesso evento da diverse prospettive: Iskander prova solo tristezza e pietà nei confronti di una fragile ragazza, mentre Gilgamesh rivela a sorpresa una perversa forma d’amore per la sofferenza di un sovrano segnato dal suo destino.









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