Finalmente
il lunghissimo combattimento fra Caster e gli altri Servants, guidati da Saber,
giunge alla sua naturale conclusione. Quale sarà il risultato di questa
battaglia? E quale, il suo prezzo?
In
questo nuovo episodio di Fate/Zero assistiamo alla conclusione di ben tre
scontri: Tokiomi contro Kariya, Berserk contro Archer e last but not least, Cthulhu VS Il Resto del Mondo… ops, la creatura
creata dal Noble Phantasm di Caster contro gli sforzi combinati di Saber,
Lancer e Rider. Ma procediamo con ordine. L’unica possibilità di sconfiggere il
gigantesco mostro è rappresentata dalla Excalibur di Saber, ma la maledizione
del Gae Buidhe, sigillando il braccio sinistro del King of Knights, rende
impraticabile il suo utilizzo. Eppure, a sorpresa, Lancer decide di rompere la
sua lancia dorata e liberare così Saber dal suo stesso maleficio: con notevole
altruismo (specie se rapportato all’indifferenza mostrata da Gilgamesh nel
precedente episodio), il primo fra i cavalieri di Fianna non esita a
sacrificare il suo Noble Phantasm, rinunciando così a una vittoria quasi certa
sul Servant nemico, per permettere alla rivale di utilizzare la spada che ha
reso immortale il mito di Artù. Caster è un malvagio e a dover trionfare non è
il singolo Servant, bensì il codice d’onore proprio dei cavalieri a cui Arturia
e Diarmuid Ua Duibhne tanto hanno sacrificato durante i loro giorni mortali.
Nei
cieli intanto continua il duello fra Berserk, che ha trasformato un aereo
militare nel suo Noble Phantasm, e Archer a bordo della sua Vimana. Al
contrario del precedente episodio, lo scontro è parso a tratti un po’ forzato e
poco emozionante, complice la poca espressività dei due contendenti. Anche il
finale è risultato decisamente sottotono con il velivolo dorato di Gilgamesh
abbattuto, a sorpresa, dalle bombe incendiarie dell’F15 del Servant di Kariya.
Questa impressione è forse causata in parte dal troppo utilizzo della CG ma è
da notare come anche la regia di queste scene non sia apparsa all’altezza,
lasciando lo spettatore decisamente insoddisfatto e relegando nel dimenticatoio
uno scontro potenzialmente epico.
Prevedibile
invece il finale del duello fra Tokiomi e Kariya. Gli insetti del giovane Matou
non possono nulla contro la magia del fuoco e la superiorità dimostrata dal
capo della famiglia Tohsaka. Ciò che risulta sorprendete però è l’intervento di
Kotomine Kirei. L’ecclesiastico non solo ha assistito nell’ombra allo scontro senza
mai intervenire ma alla fine, Kotomine decide di soccorrere la nemesi del suo
maestro. Ricordando il dialogo avuto con Gilgamesh in precedenza, non si può
certo affermare che Kirei salvi il nemico per bontà d’animo. Anzi, il sorriso
che rivolge a se stesso procura una forte sensazione di disagio nello
spettatore perché è segno inequivocabile che il prete si sta incamminando verso
quel percorso oscuro che tanto dolore arrecherà ai personaggi della serie.
Libera
dalla maledizione, è il momento per Saber di usare tutto il suo potere per evocare
Excalibur. Il colossale lampo di luce distrugge in un solo colpo il mostro e
con lui Caster che si trova all’interno. Nonostante la malvagità dimostrata, lo
spettatore non può che provare un pizzico di tristezza per la sorte dello
spietato assassino: nei suoi ultimi momenti, Gilles de Rais ricorda la sua
amata Jean, come illuminato dal vero amore che nutre per lei, sembra rinsavire
dalla sua follia pentendosi per tutto il male che ha causato. Il dialogo fra
Rider e Archer suggella il finale di questa puntata. Excalibur è un potere enorme,
il simbolo di un’intera generazione di cavalieri e dei loro sacrifici per un
ideale, che però tanto dolore ha causato ad Arturia nel corso di una vita fatta
di sogni infranti. I due Servant guardano però lo stesso evento da diverse
prospettive: Iskander prova solo tristezza e pietà nei confronti di una fragile
ragazza, mentre Gilgamesh rivela a sorpresa una perversa forma d’amore per la
sofferenza di un sovrano segnato dal suo destino.
Nessun commento:
Posta un commento