To
steal…
Is not
to take something away or break something...
It is a
special case.
An elegant vice.
Se la
rivalità fra Lupin e Fujiko era il filo conduttore del primo episodio, anche questo
appuntamento si basa sul duello fra la ladra e una nostra vecchia conoscenza:
Daisuke Jigen. In questa puntata è interessante notare la strana assenza del
ladro gentiluomo ma ciò ci conferma (come del resto faceva già il sottotitolo
dell’anime) che è proprio Fujiko Mine il vero filo conduttore della serie.
La ladra
ci viene nuovamente presentata come un’opportunista, sempre alla ricerca di un
bersaglio da derubare, eppure questa volta abbiamo la possibilità di conoscere
altre sfaccettature della sua complessa personalità. Avendo perso una scommessa
con la proprietaria di casinò che a sua volta l’ha ingannata, Fujiko si vede “costretta”
ad acconsentire alle richieste fattele dalla sua avversaria: Cicciolina vuole
che lei rubi una magnum .357 e che rimanga sino alla fine, per essere testimone
dei fatti che accadranno dopo il suo gesto. Nonostante niente le vieti di
fuggire, moralmente la ladra si sentirà
obbligata a compiere questo strano furto: semplice curiosità per un’insolita
richiesta? Oppure, come Fujiko rivelerà successivamente, vede nella donna che
le è di fronte una vittima del proprio passato, e per questo vi si riconosce?
Naturalmente,
il proprietario dell’arma in questione è Daisuke Jigen. Non ancora compagno
inseparabile di Lupin, lo ritroviamo negli insoliti panni della guardia del
corpo per un boss della malavita cinese. Cosa strana, vista la sua proverbiale
lealtà, Jigen è accusato di aver tradito e ucciso il suo precedente datore di
lavoro, un boss della malavita italiana, fra l’altro proprio marito di
Cicciolina. A noi spettatori viene offerto il ritratto di un personaggio molto
simile a quello delle serie tv: taciturno, scontroso e sempre infallibile con
la sua pistola (nessun doppio senso, pls); gli autori però esasperano queste
caratteristiche, restituendoci un Jigen (visivamente) affilato, quasi spigoloso,
e perennemente nascosto nell’ombra, forse per sfuggire a possibili hitmen
nemici o più probabilmente, perché anche lui si sente perseguitato dal passato.
Fujiko
diviene testimone di un dramma in cui due persone si rincorrono e si scontrano,
odiandosi e amandosi ma che alla fine, sono del tutto incapaci di esprimere i propri
sentimenti. Da un’altra prospettiva però, proprio perché Cicciolina e Jigen
sono personaggi così particolari, i due non conoscono altri modi per
comprendersi a vicenda se non attraverso l’odio reciproco, non riuscendo però a
superare i propri sensi di colpa per la morte del marito della stessa
Cicciolina e di cui si sentono entrambi responsabili.
Tecnicamente
l’episodio sia attesta su ottimi livelli, con buone animazioni e musiche. I
disegni offrono colori caldi per le scene diurne, mentre le atmosfere notturne ci
regalano tinte più cupe e fredde. Il character design è anche questa volta
particolarmente azzeccato, così come la narrazione e la regia che utilizzano
dialoghi e scene di azione convincenti.
Personalmente,
ho trovato poco credibile l’espediente utilizzato da Fujiko per il suo furto: è
efficace ma poco adatto al suo personaggio. Un’altra critica che mi sento di
muovere è l’assurdo nome scelto per l’antagonista della vicenda: capisco la
necessita di un nome italiano per una donna della mafia ma chiamarla in quel
modo toglie credibilità al personaggio, anche presso un pubblico straniero che
poco o nulla conosce delle vicende di casa nostra. È molto probabile che la
prossima puntata ci regalerà il primo incontro fra Fujiko e Goemon. Speriamo
che anche questa volta gli sceneggiatori siano all’altezza di questi storici personaggi.
Nota: sono ragionevolmente sicuro
che questo episodio sia una rilettura di una vecchia puntata di Lupin III…
Qualcuno può aiutarmi a ricordare meglio?
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