lunedì 9 aprile 2012

Saint Seiya Omega - Episode 2



Avete mai avvertito il cosmo bruciare dentro di voi? Purtroppo, gli autori di questa serie non devono averlo sentito abbastanza o ne sono rimasti scottati… 









 

Aspettavo con impazienza questa nuova puntata di Saint Seiya Omega, per vedere quale direzione avrebbe preso la storia e se alla fine, questo secondo episodio avrebbe confermato quanto di (tutto sommato) buono avevamo intravisto all’inizio. Purtroppo così non è stato, ma andiamo con ordine.

Finalmente un dio che distrugge tutto direttamente... Hades, Nettuno, visto come si fa?

Dopo il rapimento di Atena da parte di Marte, ci saremmo aspettati che Kouga si dirigesse al Santuario per riferire gli avvenimenti o quanto meno provasse, magari con l’aiuto di Shaina/Tisifone, a riunire i Bronze Saints superstiti  (Ikki, where are you?) per escogitare un migliore piano d’azione, considerando che il dio della guerra avrà anche lui la sua brava cerchia di Cavalieri/Saints, disposti a tutto pur di proteggerlo. Ci troviamo di fronte, invece, a una grossa pecca a livello di sceneggiatura: il nuovo Saint di Pegasus parte alla ricerca di Saori e del suo rapitore, senza il minimo indizio su dove o come procedere. Semplicemente assurdo. 

La tavola degli elementi per (Saint) principianti...

A salvarci da questo vuoto narrativo, ci pensa lo scontro fra Kouga e il nuovo Saint della costellazione del Leone Minore, Lionet Souma. Scendere dalla propria barca e incontrare, come primo essere umano, proprio un Saint è davvero poco credibile ma visto che il tutto è funzionale allo scopo procediamo oltre. Dopo le cloth stones, il nuovo personaggio ci introduce a un’altra novità, ovvero i poteri elementali: i cosmi dei cavalieri possono esprimere il loro potere attraverso un particolare potere attinente alla natura. Avremo quindi sette elementi: fuoco, vento, tuono, terra, acqua, oscurità e luce. All’inizio, devo ammettere di aver storto un po’ il naso ma ragionandoci su, questa novità è più che attinente al mondo dei cavalieri: Crystal/Hyoga ha da sempre usato il ghiaccio come parte integrante dei suoi colpi segreti, Ikki e Babel utilizzavano in maniera creativa il fuoco, per non parlare di altri Saints che usavano dischi rotanti, scudi pietrificanti, catene e strumenti musicali come parte del loro  armamentario. La nota stonata è che questo sistema di combattimento si integrava alla perfezione con il mito del segno zodiacale a cui il cavaliere apparteneva e non ci veniva presentato come uno dei tanti cloni degli odierni battle manga, uno su tutti Naruto. È quindi abbastanza chiaro che una simile scelta è stata fatta da parte dei produttori per strizzare l’occhio alle nuove generazioni, magari aumentando nel frattempo le vendite delle nuove action figures. Visto però che si tratta di un trend comune a tutti gli anime, è inutile scandalizzarci ma ciò non toglie che ai fan di vecchia data, tutto questo non possa che lasciare l’amaro in bocca. 


Generic Evil Guy reporting in!

 Nel corso dell’episodio, facciamo la conoscenza del primo degli avversari appartenenti all’esercito di Marte, Mantis di Ortygia, naturalmente appartenente all’elemento dell’oscurità e ben poco caratterizzato. Dopo un iniziale svantaggio e grazie all’aiuto di Kouga (il cui cosmo ovviamente possiede il potere della luce), Souma sconfigge il nemico con un, non particolarmente coreografico, Flame Desperado.
Infine, gli sceneggiatori pensano bene di non risparmiarci anche l’ultimo dei luoghi comuni, tipici degli shonen e di tutta la produzione fantasy post-potteriana: sto parlando, infatti, della scuola per Saints, la Palaestra. Si, avete letto bene, si tratta infatti di un istituto dove i cavalieri imparano a espandere il loro cosmo… I tempi cambiano, forse non in peggio ma si sente comunque fortissima la mancanza dei luoghi di allenamento che hanno reso celebre questa serie: la cascata dei cinque picchi o la famigerata isola della regina nera su tutti.

L'armatura è passabile almeno...

 Dopo solamente due episodi, appare ovvia la direzione verso cui questo anime si è incamminato: da un lato far leva sul fattore nostalgia di quanti hanno amato visceralmente la serie originale e dall’altro “innovare” utilizzando elementi più commerciali per attirare chi ha solo sentito parlare di Saint Seiya o che magari non ci si è mai avvicinato a causa di un character design un po’ datato. Essendo comunque solo l’inizio, sono più che disposto a concedere a questa serie il beneficio del dubbio: il bambino che è in me infatti, letteralmente si sveglia quando sente il theme strumentale di Pegasus Fantasy in sottofondo o quando vede Souma e Kouga avviarsi insieme verso la loro prossima destinazione, ricordando così l’amicizia fra Seiya e Sciryu (il Dragone) iniziata proprio dopo uno scontro nella Guerra Galattica.

















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